Parole e frasi

Le parole sono qualcosa di più che semplici mattoni con cui costruire quelle strutture complesse che sono le frasi. Questo un computer non lo capisce, e lo si vede bene nelle traduzioni automatiche, che risultano spesso insensate, perché il computer attribuisce ad ogni parola un senso univoco, su base statistica, e ne possono venir fuori frasi senza senso. Il senso è qualcosa che appartiene solo alla mente umana. Con questo qualcosa che è per noi così importante, gli autistici si trovano in difficoltà, anche quelli che parlano e leggono.

Nel suo libro Il pensiero autistico, Peter Vermeulen fa questo esempio:

Alcuni bambini con autismo stanno seguendo una lezione su doppio e metà. L’insegnante chiede a Riccardo di leggere una frase dal libro scolastico: “Il doppio nell’opposto della metà”. Riccardo legge quello che è scritto, alla lettera. Non nota nulla di sbagliato. Ma noi abbiamo immediatamente colto l’errore di stampa nella frase: nell’ deve essere sostituito con è il. L’insegnante chiede a Riccardo di rileggere la frase. Quando gli chiede se la frase è corretta, lui si confonde. Non capisce. Gli altri bambini autistici della classe non reagiscono. Nessuno dei quattro bambini presenti nota l’errore. Tutte le parole, prese una alla volta, sono corrette. La parola nell’ è esatta, e tuttavia inserita nel contesto, è sbagliata. Le frasi sono qualcosa di più che la somma delle parti isolate che le compongono. Ma non è così per le persone con autismo, come non lo è per i computer.

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