Le percezioni sensoriali nell’autismo e nella sindrome di Asperger

31/12/2012

Le percezioni sensoriali nell'autismo e nella sindrome di Asperger

Le percezioni sensoriali nell’autismo e nella sindrome di Asperger, di Olga Bogdashina, è pubblicato in Italia dalle edizioni uovonero (2011). Il titolo originale col sottotitolo è lungo ed eloquente: Sensory Perceptual Issues in Autism and Asperger Syndrome. Different Sensory Experiences – Different Perceptual World. Esperienze sensoriali differenti – mondo percettivo differente: questo è il dato essenziale, che fonda l’intera argomentazione del testo di Olga Bogdashina. Si tratta di un libro uscito nel 2003, e in questi 10 anni la ricerca sull’autismo ha realizzato grandi progressi, e tuttavia quel dato essenziale rimane: se è vero che le persone autistiche hanno esperienze sensoriali differenti da quelle dei neurotipici, e da questo deriva un loro mondo percettivo differente, e da questo conseguono comportamenti che ci appaiono insensati, e che poi vengono trattati a prescindere dalla comprensione di quel mondo, le problematiche rimarranno sempre gravi, e ciò che si otterrà sarà solo, eventualmente, una modifica della parte emersa dell’iceberg autismo, mentre la parte immersa e invisibile, la più grande, rimarrà intatta.
Un piccolo esempio soltanto: «Molti individui autistici hanno riferito di avere grosse difficoltà a tollerare luci fluorescenti, poiché sono in grado di vedere uno sfarfallamento con frequenza di 60 cicli al secondo. I problemi legati agli sfarfallii possono andare da un eccessivo affaticamento degli occhi al vedere una stanza “pulsare” (Grandin). Alcune persone riferiscono di sentirsi assonnare quando le luci fluorescenti sono accese.» (p. 70) In tutte le scuole italiane i nostri figli autistici hanno i loro banchi sotto belle luci al neon, magari in classi dove regnano disordine e rumore, e questo viene chiamato integrazione!

Il libro della Bogdashina offre una panoramica molto vasta e articolata delle problematiche sensoriali,  e dovrebbe costituire una lettura obbligatoria per tutti i neuropsichioatri italiani. Dal canto nostro, aderiamo totalmente a quanto l’autrice scrive nelle conclusioni (p. 193): «Poiché una qualche disfunzione sensoriale è presente in tutti gli individui con autismo, sarebbe utile ai genitori dei bambini autistici e ai professionisti che lavorano con questi bambini essere più informati sui problemi senso-percettivi che essi incontrano e sui possibili modi di aiutarli.
In ogni caso, dobbiamo smettere di tentare di renderli “normali” e di adattarli al nostro mondo. L’obiettivo di ogni intervento dovrebbe essere aiutare gli individui autistici ad affrontare i propri problemi e a imparare a funzionare nella comunità. Qualsiasi programma di trattamento o di terapia venga utilizzato non li renderà meno autistici. Un’accresciuta autoconsapevolezza può però portare a compensare meglio le proprie difficoltà, il che a sua volta può ridurre i sintomi e rendere l’autismo meno disabilitante.»


Errori frequenti nella risposta ai problemi comportamentali 3

05/07/2011

A Practical Guide to Autism: What Every Parent, Family Member, and Teacher Needs to Know

Ambiguità

La mancanza di chiarezza fa spesso nascere problemi. Tenete in mente che l’imprecisione può causare confusione. Questo si verifica soprattutto quando i compiti assegnati non presentano dei punti di inizio/fine assolutamente evidenti. Per esempio, se si chiede ad una persona con autismo di pulire una tavola con uno straccio da polvere, questa potrebbe continuare a pulire, pulire, pulire senza fermarsi più: non ci sono un inizio e una fine evidenti. In una situazione di questo genere, bisogna stabilire un punto di partenza ed uno di arresto: è una cosa totalmente artificiale, ma può essere di grande aiuto. Per esempio, potete insegnare alla persona con autismo che per pulire una tavola deve iniziare dall’angolo di sinistra vicino alla porta e lavorare finché non è arrivata all’angolo destro all’altro capo – e poi ha finito!

Incoerenza

Quando è necessario introdurre un cambiamento, bisogna farlo delicatamente e programmandolo bene. I bambini nello spettro dell’autismo spesso incontrano difficoltà nell’affrontare ciò che è inaspettato. L’incoerenza porta all’ansietà e alla disorganizzazione. Tentate, per quanto vi è possibile, di usare il bisogno di coerenza del bambino per aiutarlo ad organizzarsi a casa e in classe.

Ricompensare involontariamente comportamenti indesiderati

Spesso dei comportamenti problematici minimi possono essere resi molto peggiori da un’eccessiva attenzione da parte di genitori e insegnanti.


Errori frequenti nella risposta ai problemi comportamentali (2)

28/06/2011

A Practical Guide to Autism: What Every Parent, Family Member, and Teacher Needs to Know

Fretta

Talora si sente il desiderio che un’attività difficile sia presto finita, e come risultato insegnanti e genitori (e qualche volta il soggetto autistico) tentano di muovere le cose molto velocemente. Per le persone nello spettro dell’autismo è sempre importante avere tempo sufficiente a disposizione, perché questo le fa sentire a proprio agio e le mette in condizione di prevedere e di rispondere con maggior efficacia.

Sarcasmo, ironia, umorismo complicato

Le persone all’interno dello spettro autistico possono anche manifestare un sorprendente umorismo. Ciò detto, capita spesso che esse siano fatte oggetto di scherzo, ed esse tendono a fraintendere tentativi di umorismo come fossero critiche, e si confondono davanti a segnali multipli e contraddittori. Con loro occorre limitare al massimo scherzi e umorismo. Con i bambini e adolescenti autistici a più alto funzionamento si deve stare molto attenti a che non vengano confusi dall’umorismo, e si deve anche prevedere esplicitamente come obiettivo nel loro programma un lavoro sulla comprensione dell’umorismo.


Errori frequenti nella risposta ai problemi comportamentali (1)

13/06/2011

A Practical Guide to Autism: What Every Parent, Family Member, and Teacher Needs to Know

Usare un linguaggio troppo complicato

Quando bambini o adolescenti autistici appaiono agitati, spesso da parte di insegnanti e genitori vi è un comprensibile desiderio di essere simpatetici, gentili e premurosi. Questo atteggiamento è ben comprensibile, ma spesso porta ad usare un linguaggio eccessivamente complicato. La cosa migliore è essere brevi, semplici e diretti. Il linguaggio più complesso è difficile da seguire e può solo far sentire il bambino o ragazzo sempre più frustrato.

Limitarsi a negare

Se si vuole che il bambino o ragazzo smetta di fare qualcosa, bisogna essere preparati a fornirgli delle alternative in positivo.

(pp. 427-428)