Sconfiggere l’autismo: una dannosa illusione (2)

03/12/2011

Defeating Autism: A Damaging DelusionQuelle del dott. Usman e del dott. Kelly sono due traiettorie che illustrano il percorso usuale che porta a diventare professionisti del DAN!. Qualcuno, come il dott. Usman, inizia come genitore preoccupato della salute e dei problemi di sviluppo del suo bambino. Sebbene non specializzati in alcuna disciplina direttamente coinvolta, essi trovano un aiuto nelle loro conoscenze generiche di base quando si tratta di esaminare la letteratura scientifica. I genitori-medici che trovano attraente l’approccio biomedico non ortodosso iniziano ad utilizzarlo coi propri figli. Incoraggiati dai risultati di questo approccio nella loro famiglia, essi ne mettono al corrente altri genitori, forse all’inizio in modo informale,  ma in seguito iniziano ad esaminare e trattare altri bambini come professionisti che svolgono attività privata. Anche se questi genitori-medici non potrebbero normalmente ricevere alcun incarico pubblico di occuparsi di bambini con autismo, tutto ciò che viene richiesto per essere accreditato come professionista DAN! è di partecipare ad un convegno DAN! e di trascorrere qualche ora con un altro professionista. Altri, come il dott. Kerry, hanno delle qualificazioni mediche (che possono essere state acquisite, come nel suo caso, nel lontano passato). Alcuni possono essere stati abilitati come osteopati, chiropratici, naturopati o nutrizionisti. Questi professionisti si sono dedicati al trattamento di bambini con autismo come estensione della loro pratica professionale precedente, scoprendo nel mondo dell’autismo una promettente opportunità di mercato. È raro che questi professionisti abbiano una specializzazione o un’esperienza pertinenti al campo dell’autismo. (pp. 4-5)


Cosa non funziona

23/11/2011

Nella sua Linea Guida Il trattamento dei disturbi dello spettro autistico nei bambini e negli adolescenti l’Istituto Superiore di Sanità offre delle chiare indicazioni su cosa ha dimostrato di funzionare e cosa non ha dimostrato di funzionare nei trattamenti che vengono proposti nel campo dell’autismo, spesso senza il sostegno di ricerche scientifiche solide.  La rigorosa analisi dell’ISS si traduce in una serie di raccomandazioni e non raccomandazioni. Dal punto di vista scientifico, un trattamento può essere raccomandato solo in presenza di una evidenza sperimentale, acquisita rispettando i protocolli richiesti dal metodo scientifico. In un solo caso, quello della comunicazione facilitata, di fronte all’evidente dimostrazione positiva della sua fallacia, la non raccomandazione diviene una raccomandazione di non. Dunque, ecco cosa non viene raccomandato dall’ISS:

Musicoterapia

Comunicazione facilitata

Diete di eliminazione di caseina e/o glutine

Vitamina B6 e magnesio, omega-3

Ossigeno iperbarico

Secretina

Serotonina

Chelazione


Filosofia della paura

16/09/2011

Filosofia della Paura

Tra i molti esempi di paure irrazionali che i media diffondono, nel suo libro Filosofia della paura (Castelvecchi 2010) il filosofo norvegese Lars Svendsen inserisce quella dei vaccini, citando il caso di Andrew Wakefield, il cui “studio”, rivelatosi un’impostura, ha determinato un’ondata di paranoia che è giunta anche in Italia, e ancora non si è esaurita.

Un esempio degno di nota è l’isteria che si scatenò intorno ai vaccini per neonati. Nel 1998 il dott.  Andrew Wakefield pubblicò uno studio nel rinomato mensile di medicina «The Lancet», e in esso affermava, tra le altre cose, che c’era un possibile collegamento tra i vaccini per neonati e l’autismo. Lo studio ottenne enorme risonanza presso la stampa, soprattutto in Gran Bretagna e Stati Uniti. Man mano si dimostrò che lo studio di Wakefield non era fondato. «The Lancet» disse che non si sarebbe dovuto pubblicare, e insieme al giornale presero le distanze anche dieci dei dodici coautori. Nonostante gli studi di Wakefield fossero del tutto screditati, l’informazione mediatica continuò a dire che questo vaccino era pericoloso, con la conseguenza che molti genitori non lo lasciarono somministrare ai propri figli, che in gran parte si ammalarono. Ora il numero di vaccinazioni ha ricominciato fortunatamente a crescere. (p. 71)


Ancora su vaccini e autismo

20/07/2011

A Practical Guide to Autism: What Every Parent, Family Member, and Teacher Needs to Know

Riporto un passo dall’ultimo libro di Fred Volkmar. Questa volta sui vaccini, che continuano per molti ad essere un vano e irrazionale capro espiatorio.

In passato, per sviluppare una immunità a certe malattie quasi tutti i bambini dovevano passarci attraverso. E capitava che non pochi di loro ne morissero, e che altri ne ricevessero un danno cerebrale permanente. Ai nostri giorni molte malattie infettive possono essere prevenute mediante la vaccinazione. Alcune malattie, come il vaiolo, sono state eliminate, ed è questa la ragione per cui la vaccinazione antivaiolosa non è più obbligatoria. Altre malattie, come la poliomielite, probabilmente saranno del tutto eliminate in un prossimo futuro. In certi casi, lo scopo della vaccinazione è quello di proteggere il bambino da malattie serie, in altri può essere quello di prevenire la malattia negli adulti. Se una donna incinta è affetta da rosolia, per il feto possono esservi conseguenze molto serie. L’uso dei vaccini per prevenire le malattie dell’infanzia e ridurre i casi di disabilità e morte nei bambini è un trionfo della medicina del secolo scorso. Ora vi è una lista di malattie che possono essere prevenute mediante vaccinazione: questa lista cambia nel tempo man mano che nuove immunizzazioni divengono disponibili.

Per alcuni anni ci si è preoccupati del fatto che l’autismo qualche volta potesse essere causato dalla vaccinazione per il morbillo entro il vaccino trivalente (morbillo, orecchioni, rosolia), o dal conservante thimerosal contenente mercurio, presente in alcuni vaccini. La connessione al morbillo fu indicata in uno studio comparso nella prestigiosa rivista medica inglese The Lancet, in cui si affermava che un persistente virus del morbillo poteva essere trovato nel tratto gastrointestinale di un numero molto limitato di bambini con autismo. Si teorizzava che questo ritrovamento nell’intestino fosse in qualche modo connesso con un cambiamento nel cervello, causante l’autismo del bambino. In seguito le conclusioni di questo articolo furono ritrattate. La paura che la vaccinazione contro il morbillo (particolarmente nella combinazione trivalente) potesse causare l’autismo condusse molti genitori, a cominciare dalla Gran Bretagna, a rifiutarsi di vaccinare i propri figli. Come risultato, in Gran Bretagna si è verificato un numero crescente di casi di morbillo ma, sfortunatamente, nessuna diminuzione dei casi di autismo. Similmente, sebbene non vi fossero dati sicuri circa la possibilità che il thimerosal fosse causa di autismo, esso fu tolto da tutti i vaccini con l’eccezione delle fiale a dose multipla di vaccino influenzale per i bambini sopra i 3 anni. E ancora una volta, come nella crollo nell’uso del vaccino per il morbillo, le diagnosi di autismo hanno continuato ad aumentare.

È vero che alcuni bambini con autismo sembrano crescere bene fino a qualche evento specifico, dopo il quale appaiono regredire, ma questo non avviene nella maggioranza dei casi di autismo. Tuttavia, ci sono molti fattori che complicano il quadro. In primo luogo, è probabile che ciò che appare un’associazione tra vaccinazioni come quella per il morbillo e l’instaurarsi di una regressione sia solo un’apparente associazione. I due fatti possono essere avvenuti nello stesso tempo, ma l’uno può non essere la causa dell’altro. L’associazione sembra possibile per il fatto che usualmente il vaccino viene inoculato proprio nel periodo in cui comunque i genitori iniziano a notare dei problemi di sviluppo. Un rapporto recente dell’Accademia Nazionale delle Scienze non ha trovato alcuna evidenza convincente dell’associazione tra vaccino contro il morbillo e autismo.

Numerosi ottimi studi scientifici che sono stati svolti in questi ultimi anni non supportano l’idea che le vaccinazioni causino l’autismo. Ricerche condotte in tutto il mondo non hanno potuto trovare alcuna seria evidenza che il vaccino per il morbillo o il conservante possano causare l’autismo. Per esempio, in Danimarca la percentuale di autistici è cresciuta dopo che il conservante è stato eliminato dai vaccini. Già nel 1999 uno studio di Taylor e dei suoi collaboratori non aveva registrato alcun cambiamento nella percentuale di autistici in relazione all’uso della trivalente. Analogamente, i tassi di autismo non sembrano cambiare in modo minimamente sensibile in relazione ai cambiamenti nella formulazione del vaccino trivalente. (pp. 363-364)


Ancora su Wakefield

28/01/2011

Un ottimo articolo su Wakefield, vaccini e autismo qui su Medbunker.


Siti pericolosi 3

26/12/2010

Autismo Parliamone

I Siti web pericolosi sono quelli in cui i genitori alla disperata ricerca di risposte e soluzioni per la condizione autistica del figlio trovano risposte confuse e/o fuorvianti e/ o al di fuori delle linee guida della comunità scientifica internazionale, e dell’approccio basato sull’evidenza scientifica.

Autismo Parliamone è un grande calderone, in cui i genitori trovano di tutto, senza che venga loro offerto un criterio ragionevole. E l’unico criterio ragionevole è quello dato dalla scienza basata sull’evidenza sperimentale. Per giudicare un sito che si occupa di autismo, il primo passo è quello di andare a vedere se esso discrimina chiaramente tra i trattamenti basati sull’evidenza e riconosciuti dalla comunità scientifica da un lato, e dall’altro quelli che si sottraggono alle verifiche e vantano successi non documentati, giungendo a parlare di guarigione. Tutti i siti che enfatizzano l’importanza di diete e tossicologia sono sospetti.

Autismo Parliamone è, come Emergenzautismo, del tutto privo di validi criteri di discriminazione tra scienza e non-scienza, e per questo va annoverato tra i siti pericolosi.


Animali autistici?

20/12/2010

Autism Politico è un blog statunitense che conduce una battaglia contro pseudoscienza e ciarlataneria nel campo dell’autismo.

Autism Politico osserva che raramente capita di udire degli antivaccinisti lamentarsi delle vaccinazioni imposte ai loro animali da compagnia. Questo accade forse per il fatto che gli antivaccinisti non possiedono animali da compagnia, o perché non si preoccupano di qual genere di ingredienti supposti dannosi vengano iniettati nei loro animali?
Ma gli animali da compagnia vivono così a lungo. Questi antivaccinisti non si accorgono che i cani e i gatti cui si pratica la vaccinazione antirabbica NON evidenziano alcuna tendenza autistica nel corso del tempo? Si dovrebbe pensare che il fenomeno si verifichi istantaneamente come si suppone che avvenga negli umani o negli scimpanzé.
Perché questa gente non sottopone i propri animaletti alla terapia chelante, o ad una dieta senza glutine, o ad una terapia con la camera iperbarica? Forse amano troppo i loro amici a quattro zampe per trattarli con tanta crudeltà. O forse se ne fregano degli “stupidi animali”. [trad. mia]


Fattori ambientali di rischio per l’autismo (4)

19/11/2010

Eric Fombonne mostra come debba procedere una vera ricerca scientifica sulle cause ambientali dell’autismo, anche riguardo alle ipotesi di cause legate alla neurotossicità. Ad una ricerca seria servono grandi numeri, e metodologia rigorosa. Tutti i falsi profeti dell’autismo, come quelli del DAN, che strombazzano certezze acquisite, sono semplicemente fuori dalla scienza.


Fattori ambientali di rischio per l’autismo (3)

18/11/2010

L’educazione nell’autismo

05/11/2010

Epidemiologia

04/11/2010

Parlando al congresso internazionale di Autism Europe a Catania, Eric Fombonne ha definito sconcertanti i risultati degli studi genetici sull’autismo degli ultimi anni. In totale, soltanto una percentuale che si colloca tra l’8% e il 15% dei casi di autismo può essere fondatamente ascritta a fattori genetici.

Fombonne ha affermato poi che per quanto riguarda le tendenze epidemiologiche l’evidenza rimane ambigua. [E questo mi sembra essere uno degli elementi più chiaramente emergenti dal congresso, ovvero il fatto che non vi è una sicura evidenza scientifica di un aumento oggettivo dei casi di autismo nel mondo – il che non significa che non si possa pensare che l’aumento ci sia stato, ma che il dato non è scientificamente evidente, anche se molti scienziati propendono per una ipotesi di aumento].

Fombonne scarta decisamente l’ipotesi di una derivazione dell’autismo da una intossicazione da metalli pesanti, e da mercurio in particolare. Lo studio CHARGE del MIND Institute fa rilevare esattamente lo stesso livello di mercurio nel sangue di bambini con o senza sindrome autistica. Di contro, ha affermato Fombonne, una quantità di studi connette il rischio di autismo con l’età del padre e della madre. Si tratta sempre di singoli fattori tra molti.