Si sente parlare spesso di una epidemia di autismo, nel senso che i casi segnalati e diagnosticati appaiono sempre più numerosi. Le cifre ufficiali parlano di una incidenza di 1 su 150 bambini. Non si tratta dunque di una malattia rara. Bisogna però precisare che: 1) Non esiste alcuna prova sicura del fatto che quello che chiamiamo autismo sia in aumento sul piano della realtà. Piuttosto, sono i criteri diagnostici che negli ultimi tempi sono cambiati, e la ricerca scientifica e la maggior precisione nelle indagini diagnostiche consente di classificare come autistici soggetti che un tempo sarebbero stati denominati ritardati, deficienti, psicotici, ecc. 2) Tutti quelli che sostengono che stanno nascendo moltissimi autistici a causa delle vaccinazioni, dell’inquinamento ecc. non hanno alcuna base scientifica seria su cui appoggiarsi, e le loro ipotesi si sono dimostrate indifendibili e fragilissime. 3) Come il termine tumore da solo non è affatto sufficiente a determinare di quale patologia esattamente una persona soffra, così autismo è termine massimamente generico. Infatti si parla giustamente di disturbi dello spettro autistico, cioè di varie forme e manifestazioni della sindrome, tutte rientranti nel grande insieme autismo. Così, dentro questo spettro ricade colui che soffre della sindrome di Asperger, e magari al liceo ottiene voti altissimi in qualche disciplina nella quale dimostra capacità formidabili, e ugualmente colui che non sa nemmeno parlare ed è assolutamente incapace di affrontare qualsiasi disciplina scolastica, avendo un Q.I. bassissimo. Chiunque abbia incontrato due persone con autismo potrà dire che erano diverse, molto diverse tra loro, pur presentando dei tratti comuni. Proprio la presenza di questi tratti comuni può consentire a chiunque abbia conosciuto un certo numero di autistici di fiutare il possibile autismo in una persona sconosciuta, in pochi istanti (certo qui non si tratta di diagnosi professionali, si tratta di sospetti, che richiedono osservazioni corrette e valutazioni scientificamente fondate). Io stesso ne ho fatta l’esperienza. Tanto più sorprende la diffusa mancanza di una tale capacità in molti di coloro che dovrebbero possederla al massimo grado, come pediatri, psicologi e neuropsichiatri. (Nella foto: Guido con Ludovico che suona la pianola all’Orto di San Francesco)