Nella foto: Davide ed Ettore sull’altalena all’Orto di San Francesco.
L’autismo è un disturbo pervasivo dello sviluppo caratterizzato da severi deficit nell’interazione sociale e nella comunicazione, da un ambito di interessi e attività estremamente limitato, e spesso dalla presenza di comportamenti ripetitivi e stereotipati. L’autismo di una persona è definito da un determinato insieme di comportamenti, in base ai quali può essere classificato su di una scala che va da molto lieve a gravissimo. Sotto l’ombrello del disturbo dello spettro autistico (DSA) ci sono cinque differenti disturbi: autismo, sindrome di Asperger, disturbo pervasivo dello sviluppo non altrimenti specificato, sindrome di Rett e disturbo disintegrativo della fanciullezza. L’incidenza del disturbo dello spettro autistico oggi è ritenuta essere nella proporzione di 1 su 150 persone. Gli individui entro lo spettro hanno deficit nella comunicazione e nelle abilità sociali. Il DSA è contrassegnato da schemi di comportamento, interessi e attività ristretti, ripetitivi e stereotipati. I deficit nelle abilità sociali associate col DSA ricadono entro quattro categorie: per ottenere una diagnosi di DSA un individuo deve dimostrare difficoltà di comportamento in almeno due di queste categorie.
1. Difficoltà nello stabilire relazioni con i pari di età.
2. Difficoltà nella reciprocità sociale o emozionale. (La reciprocità è una condivisione sociale – riconoscere la presenza di un’altra persona e interagire con essa. La reciprocità implica empatia, ovvero essere in grado di percepire i sentimenti di un altro e mostrare sensibilità (mettersi nei panni dell’altro).
3. Difficoltà nel condividere interessi o nel prestare attenzione agli altri.
4. Incapacità di utilizzare e interpretare lo sguardo, le posizioni del corpo, i gesti, e altre modalità non verbali di comunicazione con gli altri.