Questioni aperte

Al congresso internazionale sull’autismo organizzato da Autismo Europa, durato tre giorni, che si è concluso ieri a Catania, e al quale ho partecipato, sono intervenuti i massimi esperti mondiali di questa complessa e difficile materia. Il discorso finale è stato tenuto da sir Michael Rutter, uno scienziato a cui la moderna ricerca sull’autismo deve molto, e che all’inizio degli anni Settanta ha inferto un colpo decisivo alla credenza secondo la quale l’autismo sarebbe determinato dalla relazione madre-figlio. Da vero scienziato, Rutter ha posto l’accento più sulle questioni aperte che su quello che già sappiamo. Ecco i punti.

La regressione (un bambino apparentemente normale perde le abilità conquistate e diviene un disabile) avviene molto più spesso nell’autismo che negli altri disturbi dello sviluppo. Quale processo neurale la determina? Ancora non lo sappiamo.

Almeno 1/3 degli autistici presenta un quialche tipo di abilità particolare. Perché avviene questo? Non lo sappiamo.

Molte persone con autismo sono colpite da epilessia. Ma essa negli autistici si sviluppa in ritardo rispetto agli altri soggetti. Il significato di questo ritardo ci è ignoto.

Nei soggetti autistici si presenta spesso una dimensione anomala del cervello. Il significato di questo dal punto di vista neurale ci è oscuro.

Gli autistici hanno un comportamento ripetitivo e stereotipato e nello stesso tempo non sopportano i cambiamenti. Non sappiamo se tra questi due aspetti ci sia uno stretto legame o siano fenomeni separati.

Finora non è stato trovato alcun singolo deficit cognitivo al quale possa essere attribuita la responsabilità totale dell’autismo.

Per il deficit centrale dell’autismo non è stata trovata alcuna medicina. Questo dipende forse dal fatto che il deficit di base dell’autismo non coinvolge i neurotrasmettitori? Non lo sappiamo.

L’ipotesi che nell’autismo possa essere coinvolto un meccanismo epigenetico ha trovato scarsi riscontri.

Non sappiamo come mai l’autismo (considerato il basso tasso di riproduzione dei soggetti che ne sono portatori) non si sia estinto.

L’ipotesi che dell’autismo siano responsabili i vaccini, ipotesi su cui si è lavorato utilizzando varie strategie di ricerca, ha dato risultati coerentemente negativi. Non c’è quindi alcun riscontro scientifico per questa ipotesi.

C’è una discussione fortissima sul fatto che trattamenti educativi molto precoci possano portare non solo ad un miglioramento (cosa ormai inoppugnabilmente certa) ma ad una “guarigione”.

In conclusione, secondo Rutter negli ultimi 3 anni si sono verificate scoperte inattese, ma sia la prevenzione che la cura dell’autismo sono ancora lontane.

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