La questione finanziaria

Nel suo intervento al congresso internazionale di Autism Europe a Catania, Laurie Vismara  (a sinistra nella foto) ha fatto riferimento alle statistiche USA, secondo le quali 1 bambino su 110 rientra nello spettro del disturbo autistico. Tali cifre sono state riprese nel successivo intervento di Catherine Rice, di cui diremo in un prossimo post. In ogni caso, il grande numero di bambini con autismo, e l’affermarsi dell’idea che l’unico modo di affrontare il problema sia un intervento precoce e intensivo, pongono una questione di finanziamento. Le spese per 30 o 40 ore settimanali di ABA, per intenderci, sono alte, e in tutti i Paesi occidentali non tira aria di aumento delle spese sociali. Per questo, ha detto la Vismara, in USA si pensa anche di affidarsi alle nuove tecnologie. E ha mostrato un video, in cui si vedeva un operatore che mediante un collegamento via internet dava indicazioni ad alcuni genitori, ciascuno dei quali, a casa propria, collegato mediante webcam, faceva svolgere al suo bambino gli esercizi previsti dal piano terapeutico. Questa procedura consente di risparmiare: invece di mandare 5 operatori in 5 diverse case (ad es.), 1 singolo operatore segue contemporaneamente 5 bambini ciascuno a casa sua. Questo ovviamente presuppone una certa disponibilità di tempo e capacità nel genitore che lavora col bambino. In ogni caso, la questione finanziaria è emersa ed emergerà sempre più come questione centrale nel problema dell’autismo.

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