Nel suo intervento al congresso internazionale di Autism Europe a Catania, Peter Vermeulen ha delineato un approccio critico all’ insegnamento generico che solitamente viene somministrato alle persone con autismo. Il pricipio fondamentale, secondo Vermeulen, deve essere questo: la flessibilità cognitiva va incrementata negli autistici in funzione della flessibilità comportamentale, che è l’obiettivo vero. Vermeulen ha fatto un esempio secondo lui negativo (e del resto si tratta di una prassi che al congresso è stata mostrata in diversi interventi). Si tratta di questo: poiché gli autistici non hanno la spontanea capacità di leggere le emozioni degli altri e il senso delle loro espressioni facciali, per insegnarglieli si utilizza solitamente del materiale de-contestualizzato, in particolare foto o disegni di facce umane. Ma si tratta di facce senza i loro corpi, una situazione che nella propria vita un autistico non incontrerà mai. Tenendo conto delle difficoltà che la mente autistica ha nell’esportare le conoscenze e le competenze da un contesto all’altro, l’insegnamento del senso delle espressioni attraverso immagini di singole parti del corpo appare di dubbia validità.