Mentre l’anno finisce ripeto il mio mantra: l’autismo è una questione politica. Lo è per varie ragioni, e anzitutto perché il bambino autistico di una famiglia abbiente è oggi in condizioni ben differenti da quelle di un bambino autistico di una famiglia povera: il primo può ricevere un intensivo ed efficace trattamento cognitivo-comportamentale (come ABA) pagato dai genitori, il secondo no. Questa è una forma di disuguaglianza sociale e di discriminazione assolutamente inaccettabile e che fa a pugni con la Costituzione repubblicana. Ma la politica italiana fino ad oggi di questo sembra non essersi accorta (con qualche rara lodevole eccezione). Nel contempo, la gravissima crisi economica comporta un generale calo delle risorse a disposizione, e tagli severi. Le ingiustizie e le sofferenze cresceranno, a meno che non avvenga una vera rivoluzione culturale per l’autismo. E questa, tuttavia, non si realizzerà mai finché le famiglie saranno isolate, disunite e frammentate in una miriade di piccole associazioni locali. Tuttavia, anche una piccola onlus come Autismo Treviso (che fa però capo ad Autismo Italia) può costruire un progetto significativo, che si pone come un modello praticabile: L’Orto di San Francesco. Buon 2012!