Per anni e anni famiglie e associazioni hanno invocato per bambini, ragazzi e adulti con autismo un’efficace e duratura presa in carico, e purtroppo in molti luoghi d’Italia debbono farlo ancora, ricevendo risposte deboli e distratte. Questa espressione è risuonata infinite volte in incontri, convegni, corsi di formazione, dibattiti. La realtà cui essa rinvia rimane ancora in larghissima misura insoddisfacente, soprattutto per l’insufficienza delle risorse, ma anche per l’impegno e la qualità professionale e umana di chi dovrebbe gestirle, spesso ancor più insufficiente. Una presa in carico, infatti, esattamente come un’inclusione scolastica o l’inserimento in un centro diurno, può essere effettuata in un modo puramente burocratico, privo d’anima, di reale impegno, di voglia di comprendere e accettare le persone autistiche, la cui diversità rappresenta una sfida, e richiede una dedizione particolare, pena il fallimento, la sofferenza, l’adagiarsi su di una misera routine impiegatizia, nel senso peggiore del termine. Il…
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